Una vittoria per 3 a 1 con un parziale di 3 a 0 nel primo tempo ci parla di una partita a senso unico tuttavia la Roma paga l’incapacità di sfruttare gli enormi vuoti a centrocampo lasciati dal pressing juventino ancora in fase di rodaggio. La Roma infatti, pur senza Dzeko, costruisce almeno 3 nitide palle gol più un palo e una botta di Kolarov che sfiora la traversa. Vince la Juve perché ha la squadra più forte: un alieno a sinistra, un fenomeno a destra, una leggenda tra i pali più altri 8 che sarebbero titolari in tutte le altre squadre d’Italia (pure Rugani che con Conte renderebbe più di quanto non stia facendo Godin).
Partiamo ad analizzare il pressing juventino. Pronti via e Bentancur sale così alto che è praticamente in posizione di trequartista; Costa dovrebbe accompagnarlo ma forse sente già puzza di risentimento muscolare o forse non ha capito bene che deve fare, sta di fatto che spessissimo si sistemerà mezz’ala destra creando uno stranamente simmetrico 4312. Nel corso della gara Sarri richiamerà il brasiliano e, in fase di pressing, la Juve si metterà con un 433 e alla fine addirittura con un 424 con Benta al centro in linea con gli attaccanti.




Contromossa di Fonseca che ordina ai suoi di difendere alto e la Juventus esce un grimaldello teoricamente giusto: lanci lunghi di Bonucci che però è spesso impreciso. Nei primi venti minuti si contano almeno 4 o 5 lanci lunghi quasi tutti per Bentancur.
Proprio l’uruguagio pare abbia appreso cosa vuole Sarri e cosa manca a questa squadra: inserimenti di uno coi piedi buoni e dinamismo (Matuidi e Khedira hanno o solo l’uno o solo l’altro). A fine partita Benta dirà di aver fatto contro la Roma “(…) tutti gli inserimenti non fatti in questi 3 anni di bianconero.”





Pressing Juve funziona bene all’inizio del match con una Roma stordita. È però un pressing poco ordinato, coraggioso a metà (Benta e Higuain ci danno sotto ma gli altri sono assai timidi) e lascia dei vuoti in mediana che la Roma non sfrutta. Inoltre l’assoluta libertà lasciata troppo spesso a Diawara crea sempre i presupposti per le azioni più pericolose dei giallorossi.







A chi dare la responsabilità di questo bug? A tutti (e nessuno): con Sarri non esistono marcature a uomo, sono i reparti a doversi muovere in sincronia per chiudere gli spazi.
Arriviamo però al gol di Ronaldo. Servito da Higuain (che quest’anno è in modalità Roberto Firmino) Cr7 s’invola sulla sinistra e segna con una rasoiata di sinistro dopo una conduzione destro/sinistro in velocità che pare semplice solo perché la fa lui. In realtà questo gol la Juve lo deve oltre che al talento del suo giocatore migliore anche alla sua applicazione in fase difensiva.


LENTE D’INGRANDIMENTO SU:
ADRIEN RABIOT
La crescita di Rabiot è testimoniata dall’aumentare dei suoi numeri positivi su contrasti, precisione passaggi effettuati, dribbling, triangoli chiusi, falli fatti e subiti. Non lo vedrete spesso correre per aggredire gli spazi centrali come Vidal e probabilmente nemmeno tirare bombe da fuori alla Pogba ma per ora è capace di cose come questa…

O questa…

In cosa deve crescere? Intensità (inteso come prodotto di grinta x condizione fisica) e proiezione offensiva (inserimenti e tiro da fuori).
PERCHÉ MATUIDI PER RABIOT E NON DYBALA PER HIGUAIN?


La gif sopra evidenzia la tenuta fisica di Rabiot (che scoppia letteralmente a venti minuti dalla fine) ma anche la sua poca attitudine agli inserimenti; fermandosi in quel modo ostacola ogni possibile movimento di Ramsey che sarà costretto a seguire la traiettoria di Ronaldo portandogli un avversario addosso e chiudendo ad Higuain l’unica linea di passaggio disponibile. Con la Juve spaccata in due ne nascerà un contropiede pericoloso per la Roma.


Dopo pochi secondi Sarri catapulta Matuidi in campo al posto di Rabiot.
La partita sarebbe finita qui considerando che esce, per infortunio, anche il miglior giocatore della Roma fino a quel momento: Diawara per Bruno Peres.
Nel frattempo la tonnara a centrocampo creatasi con l’ingresso contemporaneo di Ramsey (ndr non ha azzeccato un passaggio) e Veretout (in luogo di due esterni, Douglas e Florenzi) ha abbassato, per larghi tratti del secondo tempo, i rischi difensivi delle due squadre.
Tuttavia Gigi Buffon sarà ugualmente costretto mettere svariate pezze su almeno 3 conclusioni avversarie pericolosissime.
RIFLESSIONE FINALE = Contro un avversario rimaneggiato (con tutti i suoi migliori giocatori fuori) e destabilizzato nel suo momento migliore dal gol di Ronaldo e in generale da 3 gol in 45 minuti, la Juve può permettersi di giocare con un pressing d’entusiasmo e non di reparto. Può anche spaccarsi a metà concedendo spazi e ripartenze fidando sulla pochezza tecnica degli avversari, sulla bravura individuale dei difensori bianconeri e, come in questa partita, del portiere titolare di turno. La Juve invece con quei fenomeni davanti le occasioni le sfrutterà eccome.
Ma l’interrogativo è sempre lo stesso: e contro le grandi Europa?
In questo senso, per ora la Juve è ad un livello di crescita quantificabile con un, “Io speriamo che me la cavo”.
Buona crescita!
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